Itinerario di viaggio Castelli Romani: i percorsi dei vini, alla scoperta dell’ enogastronomia del Lazio

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I Castelli Romani debbono la loro denominazione alla presenza, in ognuno di essi, di almeno una residenza nobiliare. Anche se, nelle vicende storiche, alcune di esse sono state distrutte, comunque testimoniano l’ origine feudale della zona.
La viticoltura ebbe progressiva espansione con le assegnazioni periodiche di terreni ai reduci delle guerre, ad iniziare dai partecipanti alla battaglia di Lepanto sino agli ex combattenti della “Grande Guerra” 1915-1918. Gli assegnatari, disponendo di piccoli appezzamenti di terreno, li investirono per produzioni destinate in parte all’autoconsumo e in parte, più intensive, al mercato locale.
La coltivazione dei vigneti nei Castelli Romani, pur provenendo da un’ antica tradizione, ebbe grande sviluppo con l’ espansione edilizia di Roma, poiché sparirono, progressivamente, tutte le vigne che in epoca pontificia esistevano anche entro la stessa città, ove erano famosi, per la pregevolezza del prodotto che ne derivava, i cosiddetti terreni casalini con vigneti impiantati sui ruderi delle case.
Con il tempo l’ agricoltura dei Castelli Romani, famosa anche per le produzioni ortofrutticole, quali i broccoli di Albano, le pesche di Castelgandolfo, i cavoli e i carciofi di Velletri, si andò specializzando nella coltivazione delle viti; in un primo periodo coesisterono sia quelle da vino che quella da tavola, della cui importanza rimane traccia nel grandioso pergolato sull’ Appia Nuova in località ancora denominata Uva di Roma. Successivamente, la viticoltura preferì rivolgersi quasi esclusivamente alla produzione di uva da vino in vigneti specializzati.

LE PASSEGGIATE ARCHEOLOGICHE
Provenendo da Roma, sulla strada SS.7 Appia , in direzione di Ciampino aeroporto, all’incrocio con la via dell’aeroscalo, sulla sinistra, si trova il tratto basolato dell’antica via Appia e le torri di vedetta , che prosegue sino a alla località Frattochie, interrompendosi in prossimità dell’abitato di Santa Maria delle Mole.
Attualmente l’ antico tracciato è stato oggetto di restauro, pertanto è tornato visibile l’ ultimo tratto fino a Frattocchie.
Proseguendo in linea retta sulla via Appia si arriva alla cittadina di Albano laziale, ricca di reperti archeologici: quali ville suburbane imperiali (villa di Pompeo) e strutture strettamente legate al suo passato di sede dei Castra Albana della Seconda Legione Partica di cui rimangono visibili: L’anfiteatro, i Cisternoni; l’ edificio termale del castra già ninfeo della villa di Domiziano (chiesa di Santa Maria della Rotonda); le Terme di Cellomaio (parzialmente inglobate nella chiesa di San Pietro).
Lasciando la Via Appia nuova in prossimità della chiesa di Santa Maria della Stella (Via della Stella), è possibile seguire il vecchio tracciato della Via Appia Antica, superando la prima rotatoria, si arriva nei pressi dei resti di una delle porte della Via Appia. La via consolare sale in quota ed arriva fino a Genzano; è possibile vederne l’ antica sostruzione.
Ritornati sulla Via Appia si raggiunge Genzano; dove si possono ammirare i resti del Tempio di Diana Cacciatrice e il museo delle navi Romane, sulle sponde del Lago di Nemi, raggiungibile da via di Diana Cacciatrice. Tornando nel centro storico si percorre C.so Don Minzoni sino all’incrocio con via S. Silvestri per proseguire in direzione Lanuvio.
L’ antica Civita Lavinia conserva i resti della strada romana basolata costeggiata dalle mura in opus quadratum ed il santuario di Giunone Sospita.

VISITA ALLE NOBIL DIMORE
artendo da Roma, imboccata la Via Appia Nuova (SS. 7) dopo circa 25 Km è con estrema facilità che si raggiunge la cittadina di Ariccia. Attraversato l’ottocentesco ponte, da cui lati si può godere del bel panorama, sulla vallata ariccina fino al mare sul lato destro, e sul seicentesco Parco Chigi sul lato sinistro, si arriva direttamente su quella che un tempo veniva denominata Piazza di Corte, a simboleggiare il ruolo svolto dalla piazza: la corte, il cortile, dell’imponente Palazzo Chigi, opera del grande architetto del barocco romano, Gian Lorenzo Bernini, costruito per volere del papa Alessandro VII (1655- 1667), quando nel 1661 acquistò il feudo di Ariccia dalla famiglia Savelli. Non si può trascurare una visita al Parco del palazzo di ben 28 ettari che conserva specie arboree di notevole interesse oltre a reperti archeologici, fontane e manufatti del XVII sec.
Terminata la visita al palazzo Chigi si riprende l’Appia in direzione di Genzano dopo circa quattro km si arriva a Pz Brennero; presa sulla sinistra via Piave, si arriva in Pz. D. Alighieri, dove sulla sinistra si trova via Don Morosini, costeggiata da secolari olmi , alla quale fa da sfondo il grandioso Palazzo Sforza – Cesarini. L’aspetto attuale si deve alla famiglia Sforza – Cesarini, che quando acquistò il feudo dai Colonna, dignitari del paese di Genzano, vi apportò quelle modifiche, che ancora oggi ne caratterizzano l’aspetto. Non si può trascurare la visita dei vicoli della cosiddetta Genzano vecchia che fiancheggiano il palazzo, dai quali la grande dimora sembra ancora più regale ed imponente.
Il palazzo aveva uno splendido parco che arrivava sino alle sponde del lago di Nemi , rimasto per lungo tempo in disuso, attualmente è oggetto di un progetto di restauro che lo riporterà all’originaria suggestiva bellezza.

TRA CHIESE E SANTUARI
Provenendo da Roma, sulla strada SS. 7 Appia, in direzione di Velletri, superata la località di Frattocchie in prossimità di Due Santi all’incrocio della via consolare con la ss 140 si prende per Castel Gandolfo. Percorsa la panoramica strada si giunge nella ridente cittadina di Castel Gandolfo sede da ben più 400 anni delle vacanze estive dei pontefici. Nella piazza centrale del paese (Piazza della Libertà) opera dell’ architetto romano Gian Lorenzo Bernini, è possibile ammirare anche l’altro capolavoro dell’ artista conservato in questo comune la chiesa di San Tommaso da Villanova. Lasciato Castel Gandolfo tramite o la Galleria di Sopra o la Galleria di Sotto si arriva ad Albano Laziale, dove non si può non restare affascinati da i numerosi edifici sacri collocati nel paese: le chiese paleocristiane di San Pancrazio (ovvero il Duomo di Albano), Santa Maria della Rotonda, San Pietro; la seicentesca chiesa di San Francesco, Santa Maria della Stella con le prestigiose Catacombe; la settecentesca San Paolo, così ben integrata con la piazza sottostante. Uscendo da Albano Laziale percorrendo poche centinaia di metri della statale Appia si attraversa la spettacolare piazza di Ariccia un altro capolavoro berniniano, con la chiesa di Santa Maria Assunta, sempre opera del Bernini come, il vicino Santuario di Galloro. Proseguendo per Genzano è possibile ammirare le importanti opere contenute nelle chiese: Santa Maria della Cima, Santissima Trinità e l’Annunziata. Tornando nel centro storico di Genzano si percorre C.so Don Minzoni sino all’incrocio con via S. Silvestri per continuare in direzione di Lanuvio, dove è consigliabile una visita alla medievale Collegiata di Santa Maria Maggiore e al Santuario della Madonna delle Grazie.
Come ultima tappa di questo itinerario, dopo aver lasciato Lanuvio, ci si rimmetta sulla statale Appia, per raggiungere Velletri.
Il percorso degli edifici di culto della storica cittadina può iniziare con la visita alla chiesa di Santa Maria del trivio inconfondibile per il suo altissimo campanile. Si può proseguire raggiungendo la piazza del Comune o piazza Cesare Ottaviano Augusto, dove si possono ammirare accanto al mirabile Palazzo del Comune , sede del municipio, il tempietto di S. Maria del Sangue di scuola bramantesca e la prospiciente Chiesa di S. Michele Arcangelo. Nel cuore del centro storico non si tralasci di visitare la chiesa di Sant’Antonio che ha ospitato in passato la confraternita dei Mulattieri. L’ultima tappa certamente la più importante è rappresentata dalla visita alla Cattedrale costruzione di origini antichissime che deve il suo aspetto attuale alla ricostruzione seicentesca e che conserva al suo interno opere mirabili tra le quali il tabernacolo cosmatesco, il coro ligneo cinquecentesco , l’urna cineraria risalente al I sec.d. C. . La chiesa è collegata attraverso il Coro d’inverno al Museo Diocesano che raccoglie numerose opere di valore storico-artistico. La raccolta delle opere è divisa in tre settori: i dipinti, le oreficerie e i paramenti sacri.

UNA GITA NEL VERDE
L’ ambiente naturale
La dorsale Tuscolana con gli omonimi monti è posta ad est dei Colli Albani e rappresenta, insieme con la dorsale Artemisia, situata a sud, quel che resta dell’antica caldera del Vulcano Laziale, nota come “recinto esterno”, che ha avuto origine nella prima fase dell’attività eruttiva.
Non è un caso che gli antichi Romani avessero scelto di edificare in quest’area le loro splendide ville estive e di posizionare in tale scenario un piccolo teatro di cui sono attualmente osservabili significativi resti archeologici. Questo infatti è uno dei punti più spettacolari e panoramici dei Castelli Romani. Dalla sommità dei rilievi è possibile ottenere uno scorcio complessivo della caldera dei Monti Tuscolani e del Monte Artemisio e si possono osservare estesi boschi di castagno che si sviluppano da Colle Iano, sui versanti di Monte Cavo fino ai Monti delle Faete.
Volgendo lo sguardo al meraviglioso panorama si può assistere al volteggio della Poiana, un rapace diurno di medie dimensioni, o allo “spirito santo” del Gheppio, un piccolo falco in grado di fermarsi in verticale battendo le ali per avvistare più efficacemente le prede, costituite da piccoli roditori e lucertole. È inoltre presente nell’area la Lepre, che si nasconde a riposare sotto i cespugli di rovo. Nei bosco circostante e sui prati sono ben visibili le tracce delle scorrerie notturne del Cinghiale, che rovescia le zolle di terreno alla ricerca di bulbi, larve e vermi.

L’ itinerario
L’itinerario ha inizio da Frascati che si raggiunge da Roma percorrendo la S.S. 215 “Tuscolana” (uscita n. 21 del G.R.A.) o con l’autostrada A1 Roma – Napoli (uscita Monte Porzio), seguendo poi le indicazioni per Frascati. Si prosegue poi verso il Monte Tuscolo partendo dal Piazzale Marconi proseguendo per via Catone e svoltando poi a destra per la Via del Tuscolo fino a raggiungere il piazzale omonimo adibito a parcheggio. Da qui si prosegue a piedi per la visita all’area naturalistico-archeologica del Tuscolo, tra ampi prati, lembi di bosco, resti di antiche dimore romane e panorami mozzafiato (vedi scheda).
Terminata la visita si riprende l’automobile, si torna indietro in direzione Frascati e dopo circa un km dal piazzale del Tuscolo si svolta a destra seguendo le indicazioni per Monte Porzio. All’incrocio seguente si svolta di nuovo a destra per Montecompatri e arrivati nella piazza principale del paese (piazza Garibaldi) si seguono le indicazioni per il Convento di San Silvestro, che si raggiunge dopo circa 1 km. (vedi scheda).
Dopo aver visitato il convento, passeggiato per i prati circostanti e goduto dei suggestivi scorci panoramici, si può fare una visita “botanica” al Bosco del Piantato (vedi scheda), costituito da elementi arborei di una certa rilevanza, tra cui spiccano splendidi Cerri e imponenti Roverelle. Il sentiero prende l’avvio dal piazzale del Convento; da qui si procede per 1 km lungo Via Stella Polare, fino al culmine della salita. In corrispondenza di un’abitazione privata si prende uno stradello a destra verso il bosco dei Ciufoli, lo si percorre per 100 metri e poi si gira a sinistra lungo uno stretto sentiero in discesa fino a giungere in un pianoro. Superato l’ampio prato si prosegue sulla sinistra costeggiando il muro di recinzione di Camaldoli, e poi ancora sulla sinistra in direzione del Monte Salomone. Il sentiero, ormai divenuto stradello, continua in salita lungo un muro a secco e costeggerà il bosco chiamato “Piantato”. Per arrivare a Monte Salomone (vedi scheda), ultima tappa di questo itinerario, si torna indietro sulla strada che porta al centro di Monte Compatri e poi si svolta a destra in direzione di Rocca Priora. Dopo circa 2 Km si incontra sulla sinistra il Cimitero dove si può lasciare l’auto. Sulla sinistra dopo la sbarra inizia il sentiero all’interno di un fitto bosco di Castagno in cui è possibile ammirare in Aprile-Maggio le splendide fioriture della Peonia maschio.

I comuni attraversati
Frascati, Monte Porzio, Monte Compatri e Rocca Priora.

I tempi

Per effettuare questo itinerario visitando solo le aree naturali descritte e percorendo i sentieri consigliati è necessaria un’intera giornata. Se si vogliono visitare anche i centri storici di Frascati, Monte Porzio, Monte Compatri e Rocca Priora, è preferibile dedicare almeno due giorni all’ itinerario completo.

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