“Granet. Roma e Parigi, la natura romantica” è la mostra che l’ Accademia di Francia a Roma, diretta da Frédéric Mitterrand, dedica a François-Marius Granet (1775-1849), da mercoledì 1 aprile a domenica 24 maggio 2009, con un centinaio di opere (oli su tela ed acquerelli) del pittore francese. Un’ attività pubblica ben conosciuta come la pittura di storia, gli interni di chiese romane, chiostri abbandonati e templi, e soprattutto una pittura più intima realizzata en plein air, a Roma e dintorni, e nel corso dei suoi soggiorni a Parigi e a
Versailles. Granet è stato un interprete sensibile di quella religiosità romantica che si identificava nel silenzio e nelle solitudini claustrali, idealizzate in quegli anni da Chateaubriand. La sua fama infatti è stata a lungo legata a quella di peintre des capucins. Ma Granet è stato anche un eccellente paesaggista. La mostra, curata da Anna Ottani Cavina, con la collaborazione di Marc Bayard e Bernard Terlay, vuole mettere in risalto i diversi aspetti dell’attività di questo straordinario pittore, facendo vedere per questa occasione le sue
opere più innovative, meno conosciute e poetiche, conservate per la maggior parte al Musée Granet di Aix-en-Provence.
L’ ESPOSIZIONE
L’ esposizione si apre sugli studi di paesaggio en plein air, che Granet ha dipinto al tempo del suo lungo soggiorno romano tra il 1802 e il 1824, ispirandosi alle geometrie della città e ai dintorni di vigne, di campi e giardini che allora la circondavano. Sono piccoli quadri a olio su carta, incollata su tela. La stesura è fluida, veloce, senza disegno. Sono impronte colorate di una città immateriale e mutevole dipinta nel sole, nella luce settembrina e velata o durante un temporale d’estate. Scorci di una Roma intatta e bellissima, in parte oggi
irrecuperabile, di cui Granet coglie la poesia minimale, antieroica.
Nella seconda parte la mostra mette in evidenza come, seguendo un processo di smaterializzazione della forma, Granet punti a una pittura essenzialmente di luce, che tocca il suo apice nei paesaggi dal vero eseguiti dopo il ritorno in Francia nel 1824. Dipingendo i quais di Parigi o le acque del Château de Versailles, Granet predilige la fluidità e la trasparenza dell’acquerello. In particolare la Pièce d’eau des Suisses – lo specchio d’acqua nel parco di Versailles – ispira la sequenza bellissima delle variazioni striate di verde e di viola che costituiscono uno dei raggiungimenti più alti della pittura di Granet.
Sperimentando l’acquerello e le sue trasparenze fugaci, l’artista ha creato immagini toccanti, che portano alle estreme conseguenze un modo abbreviato di fare pittura e collocano il pittore lungo un tracciato di modernità che da Valenciennes conduce a Corot e, più tardi, agli impressionisti.
FRANÇOIS-MARIUS GRANET
Figlio di un capomastro muratore, si forma copiando le incisioni della raccolta del padre poi seguendo i corsi di disegno presso l’Académie di Aix-en-Provence, dove è nato. Nel 1796 si trasferisce a Parigi, allievo per un anno nell’ atelier di Jacques-Louis David.
Nel 1802 passa a Roma; disegna, come tutti, i monumenti antichi e dipinge episodi ispirati alla vita degli artisti. Il successo arriva con gli interni di chiese e conventi (sul piano dello stile, si avverte un’influenza olandese), che vanno incontro a quel revival cattolico che segue il furore anticlericale della Rivoluzione francese. Il suo celeberrimo “Coro dei Cappuccini”, ispirato alla chiesa di piazza Barberini, verrà replicato a richiesta più di quindici volte.
Nel 1807, dall’ alto del suo studio di Villa Medici, il giovane Ingres ritrae il suo amico e grande estimatore Granet.
L’ immagine è quella di un artista romantico, i capelli scomposti contro il cielo tempestoso di Roma.
Rientrato in Francia nel 1824, è nominato conservatore al Musée du Louvre, grazie all’ appoggio dell’ amico e mecenate Auguste de Forbin, direttore dei Musées Royaux. Granet effettuerà un ultimo soggiorno a Roma negli anni 1829-1830. Il re di Francia Luigi Filippo, uno dei suoi collezionisti, lo chiama come conservatore al Château de Versailles nel 1833, nella prospettiva di istituire un museo storico delle glorie di Francia. Il museo sarà inaugurato nel giugno 1837 (Galerie des Batailles). Dividendo la sua vita tra Parigi e Versailles, Granet dipinge sur nature una serie di acquerelli bellissimi a margine delle commissioni ufficiali.
Aveva incontrato Nena di Pietro, l’amore della sua vita, agli inizi del soggiorno romano, ma riuscirà a sposarla solo 1843 quando lei diventerà vedova del primo marito.
Granet si ritira a Aix prima della rivoluzione del 1848. Alla sua morte, nel 1849, il materiale del suo atelier, i suoi disegni e le sue collezioni d’arte olandese e italiana vengono dati in lascito al comune di Aix e costituiscono il fondo principale del Musée Granet di Aix-en-Provence, fondato nel 1825.
IL CATALOGO
La mostra Granet. Roma e Parigi, la natura romantica sarà accompagnata da un catalogo edito da Electa con testi di Anna Ottani Cavina, Marc Bayard, Marc Fumaroli, Denis Coutagne e Bernard Terlay.
INFORMAZIONI
Ingresso: 10 euro (intero) – 8 euro (ridotto)
Orario: 11.00 – 19.00 (orario continuato)
Info pubblico: tel. 06 67 61 1
www.villamedici.it
Riposo: lunedì
Luogo:
Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
Viale Trinità dei Monti, 1 – 00187 Roma
Metro: Spagna
Bus: 117-119
Parcheggio Ludovisi