Dichiarazioni del presidente di Assoedilizia e dell’ Associazione Italiana Amici dei Grandi Alberghi, avvocato Achille Colombo Clerici a CANALE ITALIA TV:
33.000 Alberghi, 16.000 Agriturismi, il più ricco patrimonio culturale, artistico, storico-monumentale e museale che una nazione possa vantare nel mondo, con 80.000 fra chiese e castelli; paesaggi, panorami, luoghi ambientali fra i più belli di tutto il pianeta.
Questo l’ asset del turismo nel nostro Paese. Eppure il turismo in Italia, nonostante questa dotazione, non va di pari passo rispetto all’ andamento che si riscontra nei paesi immediati competitori – quanto a competitività siamo al 31° posto a livello internazionale.
Il bilancio turistico (il volume d’ affari) italiano, nella graduatoria internazionale, è arretrato al quinto posto dopo quello di Francia, USA, Spagna e Cina; il 13,3% del PIL arretrato rispetto a quello dei competitori esteri: ad esempio della Spagna con il 20%.
In difficoltà i settori del turismo balneare, lacustre, montano e termale che soffrono della difficoltà di adeguarsi alla sfida della competitività internazionale.
In ripresa il turismo d’ affari, soprattutto a Milano; ed in situazione di buona tenuta il turismo culturale, legato prevalentemente alle città d’ arte, la cui attrattività (fondata sulla diversità) non patisce concorrenza.
Le carenze del settore Turistico
– Un problema di governance: l’ immagine dell’ Italia non è valorizzata
La regionalizzazione delle competenze in materia turistica porta a disperdere le energie.
Le diverse regioni si muovono a livello internazionale (con ingenti investimenti e scarsi ritorni economici e di immagine) alla ricerca di una identità locale. Con ciò si perde di vista l’ esigenza di rafforzare l’ identità nazionale, puntando sull’ appeal e sull’ immagine dell’ Italia.
Le uniche regioni che possano vantare una propria identità sulla quale far leva sono peraltro solo Sicilia, Toscana e Lombardia. Delle altre neppure il Lazio dispone di una propria identità, autonomamente da Roma, nè il Veneto, autonomamente da Venezia.
– Disfunzioni dell’ amministrazione centrale e di quelle locali (es: mancanza di un portale internet del turismo Italiano). Poca attenzione alle alleanze strategiche internazionali (Vedi caso Alitalia).
– Mancanza di una adeguata e unitaria rappresentanza sindacale degli interessi degli operatori turistici in grado di dialogare ai vari livelli di governo, al fine di propiziare politiche condivise ed efficaci nel settore.
– Mancanza di una chiara visione, da parte dei singoli operatori, dell’ esigenza di rinnovarsi funzionalmente per andare incontro alle mutate esigenze dei flussi turistici che si muovono ormai in un mercato globalizzato.
– Mancanza di un apparato statistico adeguato, in grado di permettere l’ assunzione di decisioni consapevoli.
– Mancanza di una particolare attenzione al mercato degli utenti nazionali. Il mercato domestico rappresenta oltre il 60% dell’intero settore.
– Esiste una carenza di una adeguata rete infrastrutturale, soprattutto al Nord dove, a livello nazionale, a fronte di pesi insediativi (abitanti) e gravitazionali (veicoli circolanti) dell’ ordine del 16-17 % , abbiamo una dotazione ferroviaria del 9,5 % e stradale del 9%. La Lombardia, in questo rapporto, è addirittura al 14° posto fra le regioni italiane e, a confronto con le 132 principali regioni dei 5 Paesi più importanti d’ Europa, si colloca al 71° posto per dotazione ferroviaria ed al 91° per quella stradale.
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