Sarà un’ estate difficile per il turismo italiano, all’ insegna del segno meno un pò in tutta Italia e in diversi segmenti. Segnali negativi per molte località balneari, per i laghi e le città d’ arte, con un perdita consistente di quote di flussi stranieri, americani soprattutto. La flessione sarà più marcata per Campania, Puglia, Abruzzo e Calabria, più leggera per Sardegna, Sicilia e arcipelago toscano. Stabilità degli arrivi nelle altre regioni italiane, ma con una sensibile diminuzione delle presenze, in media di oltre 5 punti percentuali. Non si salvano le coste dell’ Emilia-Romagna e del Lazio, dove le previsioni parlano rispettivamente di una diminuzione di presenze del 5,6% e del 4,7%.
E’ il quadro disegnato dal 17 rapporto Trademark Dove vanno in vacanza gli italiani, l’ annuale indagine a cura di Trademark Italia, società di consulenza e marketing al servizio del turismo e dell’ industria dell’ ospitalità. L’ estate 2008 sarà dunque con rari segnali positivi, una stagione peggiore di quelle precedenti. Ottimismo tarpato, promozione nazionale inesistente, istituzioni fiaccate, casualità e sprechi di comunicazione, sono la cornice di un’ Italia nella quale Regioni ed Enti turistici si muovono in
ordine sparso. Sullo sfondo c’e’ l’ andamento negativo dei consumi, con in più gli aumenti dei prezzi e del costo dei trasporti.
Il risultato atteso e confermato da questo sondaggio e’ un ulteriore taglio alla durata della vacanza degli italiani, che significa la contrazione delle presenze ma non degli arrivi. In sostanza, il numero di italiani in partenza rimarrà stabile o aumenterà (per effetto della frammentazione delle vacanze), ma il rientro a casa avverrà prima rispetto al passato.
In sintesi, le presenze italiane in alberghi, appartamenti, campeggi e agriturismi nell’ Italia
balneare diminuiranno complessivamente di 5,7 punti percentuali, con punte del -12% nelle zone di minore attrattività. E tutti i settori dell’ industria dell’ospitalità, sottolinea l’ indagine,
saranno vittime del taglio: trasporti, alloggio, ristorazione, commercio turistico e divertimenti saranno influenzati dalla crisi.
Il classico sondaggio di Trademark Italia registra inoltre che: la maggioranza degli italiani ha dichiarato di non ritornare nel solito posto e nel solito periodo (ma alla fine due terzi
andranno dove sono sempre andati); il 54% ha deciso di fare ferie e vacanze molto tardi (la decisione è scivolata a fine maggio); le agenzie di viaggi sembrano riprendere fiato grazie all’ aumento delle vacanze internazionali; le diverse formule di booking on line piacciono agli Italiani, ma fanno crescere il numero degli spostamenti, non delle presenze in albergo; la positiva evoluzione sociale fa aumentare del 2% all’ anno la popolazione turistica e quindi il numero dei turisti potenziali aumenta anche nel 2008 di circa un milione di unità; se il milione di turisti in più andrà in ferie al mare o in montagna, si potrebbero contare alcuni milioni di presenze in più.
Il rapporto Trademark punta poi il dito contro un’ Italia socialmente decadente, per cui anche l’ industria dell’ ospitalità risente dello scarso dinamismo imprenditoriale. Quindi rallenta il ritmo, le offerte di vacanza si ossidano, ritardano le prenotazioni, si accentua la domanda di sicurezza. E otto italiani su dieci desiderano non una vacanza attiva, ma opzioni di ozio e benessere.
Insomma, sottolinea il rapporto, non è più il tempo di correre per il mondo alla scoperta di nuove destinazioni: meglio cercare fuori casa, e possibilmente vicino, quello che a casa non c’e’. Questo significa che le vacanze continueranno ad essere ‘domestic’, ovvero trascorse per quasi l’ 80% in Italia. Ma, per la prima volta dal 2002, l’ Italia balneare registrerà una perdita– meno forte a nord, più marcataa sud- per un totale di 16 milioni di presenze in meno.
Tra le ragioni della probabile flessione turistica nazionale, Trademark segnala la scarsa disponibilità economica degli italiani a reddito fisso, l’ aumento delle vacanze degli italiani all’ estero e la diffusione dei voli internazionali a basso prezzo spesso incentivati da denaro pubblico. In particolare, c’e’ la forte competitività dell’ offerta statunitense. Ogni giorno partono dall’Italia oltre 4.000 passeggeri verso le destinazioni Usa, attratti dalla convenienza del cambio dollaro-euro. Anche
per questo, gli Usa alla fine di maggio 2008 raccoglievano gia’ un +21% di prenotazioni tedesche, inglesi e italiane
Complessivamente, il 2008 vedrà: la moltiplicazione dei weekend, che sono un ottimo complemento per le località balneari, ma per l’ industria dell’ospitalità contano le vacanze di luglio e agosto; uno scivolone dei villaggi turistici, anche perchè l’ insoddisfazione di chi ha trascorso una vacanza in un villaggio del sud Italia è altissima: il 53% degli interpellati non tornerà; il trionfo delle crociere, che aumentano del 27% nelle scelte degli italiani; il dominio del turismo indipendente, visto che 9 connazionali su 10 andranno in vacanza in Italia senza ricorrere ad intermediari, agenzie di viaggi, reti di prenotazione e call
center. Inoltre il 28,3% degli italiani passerà la vacanza principale in località diverse da quelle del 2007, ed è un segnale di dinamismo inatteso, mentre gli altri ritorneranno allo stesso indirizzo del 2007 (la popolazione invecchia- segnala il rapporto Trademark- e la fedeltà è un valore nazionale).
Infine, si prevede una contrazione del turismo italiano in Grecia (-3%), Turchia (-1,5%) e Tunisia (-7%) e un aumento in Spagna (in particolare nelle Canarie: +4%), mentre si
interrompe la crescita esponenziale degli italiani nel Mar Rosso (l’ aumento si limita al 2%).
Calcolati in 32 milioni gli italiani che d’ abitudine fanno almeno una settimana di vacanza, la spesa complessiva per le vacanze in Italia si attesta su 21 miliardi e 120 milioni di euro, con una spesa pro-capite di circa 660 euro. Se la spesa pro-capite (visti gli aumenti dei prezzi dell’ ospitalità) aumenta del 6%, ciascuna famiglia spenderà circa 1.580 euro nei luoghi di vacanza, oltre le spese di viaggio. Prevista una diminuzione delle presenze di oltre il 5% e un’inflazione tendenziale del 3%, e’ la conclusione del rapporto di Trademark Italia, per l’ economia del turismo stagionale si puo’ prevedere una perdita complessiva di oltre un miliardo di euro.
Fonte: Comunicato Stampa Regioni.it
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