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Bed & Breakfast capresi sul piede di guerra contro l’amministrazione comunale guidata da Ciro Lembo. Un balzello ingiusto e iniquo considerato “pretestuoso” dall’Abbac, l’associazione di categoria che rappresenta le strutture ricettive extralberghiere in Campania. Il fatto: con una delibera, la n.15 del 1 aprile, il consiglio comunale (relatore l’assessore al Bilancio Salvatore Ciuccio) con i voti della maggioranza, decide di modificare il regolamento per le esenzioni Ici sulla prima casa. L’unica modifica apportata risulta quella di imporre ai possessori di prima casa, residenti nella città di Capri, un pagamento aggiuntivo perchè titolari di un esercizio ricettivo di b&b.
Non comprendiamo questa posizione dell’amministrazione comunale – dichiara Agostino Ingenito, Presidente Abbac – non appare una motivazione economica, in sostanza “per battere cassa” se questo fosse stato il motivo, i B&B a Capri sono appena 11 con un numero di camere pari a 25 per un totale di 48 posti letto, una consistenza decisamente insignificante rispetto allo straripante numero di camere alberghiere.”
Con una riunione tenutasi d’urgenza ieri, la delegazione Abbac caprese ha deciso di respingere e resistere legalmente al balzello imposto, “E’ immotivata una tale imposizione – continua Ingenito – ed è evidente che l’amministrazione comunale ha inteso contrastare il comparto ricettivo extralberghiero, devo dare atto alla minoranza e in particolare alla consigliera comunale Silvana Pollio che durante la seduta ha fatto rilevare l’importanza delle strutture ricettive di b&b sull’isola, le uniche in grado di offrire accoglienza turistica nei periodi di totale chiusura degli alberghi isolani. Va inoltre chiarito, se ce ne sia ancora bisogno che il target di viaggiatori che preferiscono il b&b è legato esclusivamente al turismo individuale e che sull’isola si è registrato un aumento considerevole di tale flusso, come si evince dai dati dell’Azienda, grazie alla presenza di tali strutture.
L’Ici per b&b a Capri, è riconosciuto dall’Abbac dunque come un attacco reale contro questa forma ricettiva che risponde alle normative regionali: “Non mi pare – continua Ingenito- di aver letto di azioni forti dell’amministrazione comunale nel controllare i tanti affitti in nero di molti vani per il territorio isolano, né di aumenti Ici per alberghi o ville di lusso abitate da non residenti, appare dunque più che pretestuoso questa modifica all’esenzione che demotiva cittadini capresi realmente residenti sull’isola e che pagano già una tassa tra le più alte il 7 per mille a fronte del 5.5 delle strutture alberghiere. “Abbiamo deciso – conclude Ingenito- di respingere tale imposizione, fra l’altro quasi superata dalle nuove esigenze politiche nazionali e in questo la città di Capri si distingue nuovamente, mi auguro, piuttosto che si possa invece avviare un reale confronto tra le istituzioni e gli operatori, sulle immotivate chiusure dell’isola,destinata dagli albergatori a rimanere una meta stagionale.”
Via | AbbacImmagine | Capri, di Vgm8383, da Flickr Creative Commons, Licenza: CC-by

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