Le più belle immagini di cinque anni di reportage realizzati da Torino Magazine e Milano Magazine con il supporto tecnico del Tucano: volti, paesaggi, riti antichissimi e monumenti millenari dal Nord Europa all’Africa, dall’America latina all’Asia. Cinquantasei foto, proposte in grande formato, animeranno le sale del Tucano concept-store sino al 10 di maggio offrendo un percorso che toccherà tredici destinazioni e quattro continenti, un itinerario sorprendente attraverso località e popolazioni al di fuori dei più classici e consueti itinerari turistici. Islanda, Svalbard, Siria, Israele, Libia, Mali, Etiopia, Uzbekistan, India, Brasile, Panama, Venezuela e Costa Rica andranno a comporre un mosaico di sensazioni volutamente ‘globale’, nato per tracciare rotte inusuali, suggerire fantasie, raccontare approdi dove l’occhio del fotografo sintetizza le emozioni lasciando libero ogni commento.
“Dopo anni di collaborazione – spiega Guido Barosio che, con Willy Fassio, ha curato la mostra – abbiamo selezionato gli scatti in base a criteri esclusivamente tecnici ed emotivi. E’ un omaggio al lavoro di un tour operator che ci ha permesso di esplorare le sue proposte con grande libertà, ma è anche la conseguenza di una profonda sintonia: a noi, come agli amici de Il Tucano, interessano quei luoghi che il turismo più convenzionale ha solo in minima parte, o per nulla, contaminato. Con questa esposizione vogliamo raccontare spazi e popolazioni dove l’autenticità è ancora un valore, destinazioni dove lo sguardo e la mente possono affrontare ‘il turbine ubriacante della diversità’, come scriveva nel suo ‘conseils au bon voyageur’ il poeta Victor Segalen”. Immagini nate in analogico, contro la troppo facile seduzione del digitale. “Abbiamo quasi sempre usato la stessa pellicola, Provia 400 della Fuji, mentre corpo macchina e obiettivi sono Nikon – racconta Valter Carasso – una scelta tradizionale, ma sicuramente duttile ed efficace per le condizioni ‘in esterno’ e per le particolari situazioni di luminosità da affrontare e assecondare. Poi, al di là dei requisiti tecnici, ciò che abbiamo cercato di catturare non poteva che essere l’inseguimento dell’istante. Nel nostro lavoro non si privilegiano certo le ‘pose’, ma piuttosto si ricorre ad ‘appostamenti’ rapidi; indispensabili in ambienti dove non è mai semplice assumere il ruolo di testimoni e osservatori”. “Lo ‘scatto’ di una macchina analogica – aggiunge Guido Barosio – costringe ad una maggiore concentrazione, a una scelta preventiva. Col digitale è solo apparentemente più facile: si fotografa in serie con la sensazione che ‘comunque’ l’immagine ‘giusta’ ci sarà. Ma non è vero: l’idea, la composizione, parte dalla certezza che la mano deve assecondare l’occhio nel cercare qualcosa che non sarà più ripetibile…”
Le foto di Guido Barosio e Valter Carasso saranno anche proposte in un video del musicista Luca Colarelli: una sequenza animata ed emotivamente coinvolgente arricchita dalle sonorità del LabGraal. Nel filmato, che verrà proiettato durante tutta la durata dell’esposizione, il contributo fotografico esce dal proprio contesto per ricreare l’atmosfera del viaggio e il suo mito, offrendo – nello spazio di pochi minuti – la suggestione di un ‘altrove’ reso ‘prossimo’ dai reportage dei due autori.
Immagini | Photogallery by Tucano Viaggi
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