Il 29 gennaio sono rese note le undici manifestazioni di interesse, che successivamente vengono ridotte a tre:
– AP Holding di Carlo Toto. Holding che controlla Air One con il sostegno finanziario di Intesa Sanpaolo;
– Texas Pacific Group, fondo americano che ha già lavorato nel rilancio di Continental Airlines e Ryanair, in cordata con Matlin Patterson e Mediobanca;
– Aeroflot con il supporto di Unicredit Banca Mobiliare.
In tempi diversi tutti e tre i pretendenti si ritirano dalla gara e il 19 luglio 2007 il Ministero dell’Economia e delle Finanze dichiara formalmente chiusa la gara di privatizzazione di Alitalia.
Il 1 agosto il presidente Libonati si dimette a pochi mesi dall’incarico ricevuto e il Ministero dell’Economia e delle Finanze designa come successore Maurizio Prato, a cui vengono delegati pieni poteri per la gestione aziendale e l’individuazione del percorso per proseguire con la privatizzazione.
Al primo consiglio di amministrazione tenuto il 30 agosto e presieduto dallo stesso Prato, viene promosso il piano di “sopravvivenza” per il periodo 2008/2010 che prevede: riduzione dell’organico Alitalia di circa 2000 dipendenti (da concordare con le sigle sindacali), riduzione di circa 150 voli operanti dalla base di Malpensa a favore di un incremento di quelli su Roma Fiumicino, incremento della flotta della controllata low-cost Volareweb.com e relativo potenziamento di rotte in Europa. Il piano viene accolto in maniera negativa dal presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni e il sindaco di Milano, Letizia Moratti.
Il giorno 8 ottobre il consiglio di amministrazione si riunisce per promuovere una nuova lista contenente i 6 migliori candidati a cui cedere la compagnia aerea. La “short list” contiene: Air France-KLM (partner di Alitalia in SkyTeam), Lufthansa, Ap Holding (controllante di Air One), Aeroflot, Texas Pacific Group (fondo di private equity) e una NewCo con rappresentante legale Antonio Baldassarre (già amministratore delegato della RAI durante il secondo governo Berlusconi).
Il 6 dicembre, giorno di scadenza per presentare un’offerta non vincolante, inviano la loro proposta in 3: Air France-KLM, Ap Holding ed il gruppo “Baldassarre”, ma solo le prime due sembrano favorite.
Il 21 dicembre 2007 il Consiglio di Amministrazione di Alitalia ha ufficializzato la scelta di Air France-KLM come interlocutore unico per la privatizzazione. Il 28 dicembre 2007 il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha dato l’OK alla trattativa in esclusiva.
Il 31 Gennaio 2008 Alitalia fa sapere che ha ufficialmente abbandonato gli slot sull’aeroporto di Malpensa che non intende più utilizzare dalla stagione estiva 2008. Nella stessa data attraverso un comunicato stampa (confermato successivamente da Alitalia), la Ap Holding fa sapere di aver presentato ricorso al Tar del Lazio contro la decisione presa dal consiglio dei ministri il 28 dicembre 2007 di andare in trattativa esclusiva per la vendita con Air France-KLM. Sempre lo stesso giorno la Sea (società di gestione dell’aeroporto di Malpensa) fa sapere di aver intentato una causa contro Alitalia per l’abbandono da parte di quest’ultima dello scalo milanese, chiedendo danni pari a 1,2 mld di euro.
Il 20 febbraio 2008 il Tar del Lazio ha respinto il ricorso presentato da Air One per la sospensione della trattativa in esclusiva tra Air France-Klm e Alitalia, per la carenza di elementi di irreparabilità del danno e per la mancanza di fumus boni iuris (Il Sole 24 Ore.it).
Il 19 marzo 2008 le condizioni di Alitalia migliorano leggermente. Subisce un’inversione di tendenza in borsa e, con un rialzo dell’8,8%, è sospesa dalle trattative giornaliere per eccesso di rialzo.
Il 20 marzo 2008 Silvio Berlusconi, ritenendo inaccettabili le condizioni poste da Air France, annuncia un suo futuro impegno, insieme ad una cordata di imprenditori e banche come Banca Intesa-San Paolo e il Gruppo Soglia, all’acquisto di Alitalia.
Il 26 marzo, a seguito degli incontri coi sindacati italiani, Air France dichiara di ridimensionare il taglio dei dipendenti.
L’offerta di Air France
Il 16 marzo 2008, il CdA di Alitalia accetta l’offerta vincolante di Air France-Klm che prevede un’ offerta pubblica di scambio sul 100% delle azioni di Alitalia con una permuta di 160 azioni Alitalia per ogni azione Air France-Klm e un’ offerta pubblica di acquisto sul 100% delle obbligazioni convertibili Alitalia. Il valore dell’ offerta sarà di 1.7 miliardi di euro e comprende la ricapitalizzazione di 1 miliardo, 138.5 milioni per l’ acquisto delle azioni Alitalia, valutate singolarmente 0.099 euro, e 608 milioni per le obbligazioni convertibili. L’ offerta dipende però dal raggiungimento di un accordo con i sindacati, dall’ impegno scritto da parte del governo a mantenere il portafoglio attuale dei diritti di traffico di Alitalia, la sottoscrizione di un accordo tra Alitalia e Aeroporti di Roma sui livelli di servizio necessari per l’attuazione del Business Plan 2008-2010, un accordo tra Alitalia, Fintecna ed Alitalia Servizi che preveda il rientro in Alitalia di attività come la manutenzione e il ground-handling e la rinegoziazione di alcune clausole dei contratti di servizio, una soluzione per l’eliminazione per Alitalia del rischio relativo al contenzioso in essere con la SEA, che ha chiesto 1,250 miliardi di euro di risarcimento per il taglio dei voli a Malpensa. Tutte condizioni che si devono risolvere entro il 31 marzo 2008. Alitalia manterrà però un ruolo autonomo, identità italiana e proprio marchio, logo e livrea. Si prevedono tra l’ altro esuberi per 2100 unità. Se il ministero dell’Economia aderirà all’offerta, lo stato italiano avrà una quota dell’1,4% nel capitale del gruppo franco-olandese e un consigliere italiano indicato dal MEF per 6 anni nel CdA di Alitalia. La flotta Alitalia si ridurrà a 149 aerei. Il nuovo gruppo si baserà su 3 hub, Amsterdam, Parigi e Roma.
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