Tarzo, tra colline e vallate nelle Prealpi Trevigiane

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Iniziamo con una breve descrizione del paese. Il territorio comunale è costituito da un intreccio di colline a piccole catene a gruppi o isolate, divise da vallate verdi e ubertose, altrove nude e dirupate (l’area totalmente collinare e accidentata con altezze minime nella confluenza del Rivalz col Cervano e massime in corrispondenza del Mondragon 437 m., Piai 540 m., delle Prese ad est di Nogarolo 579 m.). Questo territorio è in parte tributario del Bacino della Livenza (acqua che confluisce in un grosso torrente chiamato Cervano, che s’immette nel Monticano) ed in parte del bacino del Piave (per il tramite del Soligo che drena nel territorio dei laghi e per mezzo del suo affluente di sinistra Lierza che drena la zona occidentale di Arfanta). Nella Valsana (la vallata) ai confini con il Comune di Revine lago, ci sono due laghetti. I due bacini lacustri ora comunicanti un tempo erano congiunti. In origine erano molto più estesi e lo dimostrano i profondi letti di torba. Essi formano le sorgenti del fiume Soligo. Da indagini intervenute a seguito di alcuni notevoli rinvenimenti archeologici è stata accertata la presenza umana nel territorio tra il Neolitico e l’Età del Bronzo; molto interessante, fra l’altro, il materiale ritrovato comprovante l’esistenza di un insediamento palafitticolo a Colmaggiore. Gli antichi abitatori, di stirpe veneta e celtica, presenti fin dal II millennio a.C., entrarono in contatto e furono infine assorbiti nel vasto dominio romano nel II secolo a.C. A questi primi dominatori si possono ricondurre i toponimi delle località maggiori del Territorio (Tarzo, Arfanta e Corbanese). AI crollo dell’Impero,seguirono anni di insicurezza politica funestati dal passaggio di popolazioni barbariche, che si conclusero solo con l’arrivo dei Longobardi e l’imposizione di un nuovo governo che poté godere di circa duecento anni di supremazia. Frutto della sistemazione territoriale longobarda fu la costituzione del Ducato di Ceneda (Vittorio Veneto), poi divenuto contea sotto l’impero franco. Rimase possesso vescovile fino al 1769, per passare poi sotto il dominio diretto di Venezia. Successivamente Tarzo segui gli eventi comuni al resto del Veneto. I laghi di Santa Maria e di San Giorgio si trovano a nord della marca trevigiana, in una valle a ridosso delle Prealpi. I due laghi hanno una lunghezza, rispettivamente di 1050 e 1200 mt, con una larghezza dai 200 ai 500 mt.; la profondità non va oltre i 10 mt.La formazione dei laghi risale all’era glaciale; dopo il ritiro del grande ghiacciaio del Piave, nella valle rimase un grande lago che arrivava fino alla piega morenica di Gai, i due laghi rimasti, sono il frutto dell’interramento e bonifica: data la posizione temperata e la bassa profondità, sono considerati eutrofici cioè fertili. Il ciclo vitale dei laghi incomincia dalla luce solare, utilizzata dalle piante per produrre sostanze organiche, queste sono consumate da pesci erbivori (carpa, scardola e altri esseri microscopici), gli erbivori sono preda dei predatori (luccio, del persico-sole e persico-trota), alla morte dei predatori, dei batteri compositori li trasformano in minerali, e il ciclo ricomincia con le piante. I laghi possiedono un rilevante valore naturalistico sugli argini e nelle zone umide circostanti, qui si possono osservare: le code di gatto (Typha Latifoglia), i canneti (Scipus Lacustres e Phragmites Communis), il giglio d’acqua(Nynphea) . Tarzo si trova molto vicino a due direttrici del traffico turistico: da un lato il Passo del San Boldo, molto amato dai motociclisti del Nordeuropa, ma, costruito per esigenze belliche nella primavera del 1918 dal Genio Militare Imperiale, non permette il passaggio di mezzi grossi oltre un certo limite. Dall’altro lato abbiamo la strada di Alemagna, strada privilegiata dai camperisti, e l’autostrada Venezia Belluno, che permette un avvicinamento più veloce, ma meno entusiasmante sotto il profilo paesaggistico, e un po’ elettrizzante per il vento sui lunghi viadotti per chi proviene da nord. Viste queste possibilità, o, meglio, risorse, che non sono sfruttate a dovere, l’amministrazione comunale, constatato l’estremo interesse per queste zone dimostrato da visitatori e turisti, olandesi, inglesi, nordamericani, ecc., che considerano questa zona molto appetibile, come lo fu in passato la Toscana, ha pensato di attrezzare un’area molto vicina ai laghi per la sosta dei camper. Saggia e previdente decisione, visto il traffico che lambisce questa zona e che può essere facilmente “catturato”.

Immagine: Colline di Tarzo(TV), di Wiki.edoardo , da Wikipedia, L’enciclopedia Libera, Licenza: PD