“Ci sono molti aspetti positivi nel mondo dei trasporti di cui non si parla ancora abbastanza. Sono quelli che riguardano l’imminente avvio del sistema AV/AC e dei benefici che porterà al Paese“. Con queste parole Mauro Moretti ha aperto il suo intervento alla Mobility Conference in programma oggi e domani all’Assolombarda di Milano. “Con l’AV le grandi città italiane saranno più vicine – ha spiegato l’ad di Ferrovie – e saranno sempre più luogo naturale dell’integrazione sociale, culturale ed economica. A Berlino, per esempio, il treno AV attraversa il cuore della capitale. Questo deve essere il nostro modello per il futuro“. Moretti ha illustrato in dettaglio i tempi di attuazione della nuova grande rete dell’Alta Velocità/Alta Capacità italiana, sulla quale le Ferrovie dello Stato si sono fortemente impegnate. “Entro dicembre 2008 la Milano-Bologna, il rinnovo della stazione di Milano Centrale e il radoppio della Bologna-Verona. Entro il dicembre 2009 sarà completata la rete AV Torino-Salerno” ma “L’alta velocità non sa tuttavia un servizio per pochi eletti. La nuova rete decongestionerà le linee storiche, che saranno sempre più dedicate ai pendolari con nuove proposte commerciali da parte del gruppo FS”. Moretti ha poi evidenziato le strategie per le merci: “Concentrare il processo logistico fuori dell’area metropolitana é l’obiettivo che farà il nostro paese leader mondiale della logistica. Puntiamo inoltre sui porti, specialmente su quelli di Genova e Trieste dove la nostra capacità imprenditoriale ci ha portati a raggiungere ottimi risultati. A Genova in particolare -ha precisato Mauro Moretti- abbiamo avviato il nuovo ruolo di operatori della logistica ottenendo la gestione del VI modulo del porto di Voltri“. Moretti ha concluso evidenziando come sia necessario “Ritemporizzare gli interventi infrastrutturali e sostenere le iniziative già attuate e quelle in corso. In quest’ottica, in Lombardia, occorre rafforzare la mobilita sostenibile a Milano, raddoppiando la Milano-Novara, concentrasi sulla nuova piattaforma di Brescia. Poi pensare al futuro del nodo di Piacenza”.
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